
Per un bambino è un gioco, per un artista o un progettista il luogo
dove appuntare le proprie idee, per uno scrittore un vuoto da
riempire.
Per tutti, anche se in modo diverso e con profondità variabili, uno specchio opaco che raccoglie i nostri pensieri - parole o immagini che siano - permettendoci di guardarli dal di fuori, di capirli meglio, di scegliere se conservarli oppure allontanarli definitivamente, appalottolandoli e gettandoli via. Anche quando si tratta della lista della spesa.
C'è la carta sottile, quasi trasparente, degli schizzi che già
sanno di essere destinati a non durare, quella dei giornali, così
quotidiana che avvolge i nostri traslochi, quella patinata che
rende desiderabile qualsiasi cosa ci sia stampata su, quella ruvida
e grigia dei tascabili economici che apetta un segno di
matita, quella da acquarello che vive d'acqua...
Di qualunque tipo si tratti, a qualunque ricordo o qualunque gesto
la associate, la carta segna un inizio. Sempre.